
Anche se vive oramai da anni in Sardegna, l’accento marcato palermitano gli è rimasto intatto, Salvatore Pravatà, per tutti Totò, è nato a Palermo nel 1978, ed ha una lunga carriera calcistica, Milazzo, Messina, Trapani, Ragusa, Barletta, Castelsardo, Santa Maria la Palma, Alghero, Olmedo chiudendo la carriera a Tergu.
Ha iniziato la carriera da allenatore, nel settore giovanile del Giglio 91, a Castelsardo, per poi passare a Tergu per ben 9 anni.
Quest’anno è passato alla Don Bosco di Nulvi, allenando i Giovanissimi Regionali.
Da giocatore aveva il ruolo di centrocampista, alla Demetrio Albertini o alla Pirlo, e tifa “spudoratamente” la Juventus.
Domando i suoi progetti per la prossima stagione: ” Per la prossima stagione continuerò con i giovanissimi della Don bosco Nulvi, una bella società con una grande organizzazione, fatta di persone stupende che giornalmente cercano sempre di migliorarsi e lavorare nel migliore dei modi per il bene dei giovani una vera famiglia”, prosegue il Mister: “Continuerò a coordinare l’attività di base a Tergu, vorrei cogliere l’occasione per ringraziare Gianfranco Satta, sono 8 anni che mi da l’opportunità di fare calcio giovanile nella struttura di Tergu poi non dimentico Andrea Cargiaghe grande dirigente, Luca Ruzzu amici da tanti anni e tutti i tecnici persone favolose con cui ho lavorato Uccio Satta e i genitori dei bambini persone stupende veramente, oltre ovviamente i ragazzi ed i bambini.
Il suo futuro è nel calcio giovanile, è troppo innamorato dei giovani, per lui zona o uomo non ha importanza, a Totò Pravatà piace insegnare calcio, sopratutto come va affrontato, sempre attraverso i valori sani della vita.
Sposato con la splendida Cristina, con un bellissimo bimbo di 4 anni, Gaetano, non chiede molto dalla vita, perchè loro sono il suo tesoro.
Mister cosa ne pensa del giovanile in Sardegna: “Il calcio giovanile in Sardegna e’ di un buon livello, ci sono tanti tecnici bravi competenti aperti al dialogo.” prosegue: “Per me il continuo dialogo l’umiltà e lo studiare quotidianamente non dimenticando l’onestà sono componenti fondamentali per il ruolo di allenatore di un settore giovanile.
Quando gli mando un messaggio chiedendogli chi è il suo Mister preferito, viene fuori il suo palermitano che ha dentro, Josè Mourigno, scrivendomi il cognome come lo direbbe un vero palermitano.
Gianni Carra